Redattrice web, un mestiere che spesso è passione. Il web content editor lavora ovunque: da casa, in ufficio, in redazione, in viaggio, in treno, in coda alla posta, nella sala d'attesa del medico, sulle poltroncine del parrucchiere. Una redattrice web non si ferma quasi mai.

martedì 15 giugno 2010

Vuvuzela, il ronzio che disturba i Mondiali 2010


Ieri sera, come buona parte degli italiani, ho guardato la prima partita disputata dall'Italia ai Mondiali di calcio 2010. Non sono riuscita a seguirla come si deve, semplicemente perchè il ronzio continuo e persistente delle vuvuzela, le trombette simbolo del Mondiale in Sudafrica, mi ha molto disturbata. Ero sintonizzata sulla Rai ma amici che hanno usato Sky mi hanno fatto sapere che era più sopportabile. Ad un certo punto abbiamo eliminato del tutto il sonoro, perdendoci la telecronaca (vabbè, non sono affatto una fan di Civoli, quindi poco male).
Se il suono delle vuvuzela è così fastidioso da casa, figurarsi quanto possa essere assordante per i calciatori in campo. In Sudafrica si parla di tradizione e manifestazione di un'antica cultura da tutelare e da portare all'attenzione del mondo, però - con tutto il rispetto - siamo solo all'inizio e non ne posso già più. Ma dove sono finiti i cori da stadio (che richiedono almeno un piccolo esercizio di fantasia) e gli incitamenti? Dove sono finite quelle urla festose o di pericolo scampato che richiamano l'attenzione di chi, a casa, si è distratto un attimo, magari per metter su la pentola per uno spaghettino veloce? Ogni Mondiale è ricordato per un motivetto, per qualche canzone anche extra inno che quest'anno, lungi dall'essere Waka Waka di Shakira, è un fastidiosissimo e fracassone ronzio.
E io preferisco ricordare la colonna sonora italiana degli scorsi Mondiali 2006:


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