Redattrice web, un mestiere che spesso è passione. Il web content editor lavora ovunque: da casa, in ufficio, in redazione, in viaggio, in treno, in coda alla posta, nella sala d'attesa del medico, sulle poltroncine del parrucchiere. Una redattrice web non si ferma quasi mai.

domenica 22 agosto 2010

Make up in viaggio: risolto con Fria


Ogni volta che mi accingo a fare i bagagli per la vacanze, l'aspetto che più mi infastidisce è quello legato alla gestione dei prodotti per il make up. Se trucchi, ombretti e matite entrano senza problemi in una piccola trousse (non uso chissà quante cose per truccarmi) il problema sorge su flaconi di latte detergente, tonico, struccante per occhi, annessi e connessi. Portarmeli dietro incide non solo sullo spazio in valigia, ma soprattutto sul peso della stessa. E visto che per lo più volo low cost, la questione peso diventa prioritaria. Ho sempre optato, perciò, per le salviettine struccanti, pur dovendo fare i conti che le irritazioni che mi hanno sempre procurato. Finchè non ho provato le salviettine struccanti Fria. Ero scettica: non le conoscevo, non ne avevo mai sentito parlare, mai vista una pubblicità a riguardo e aggiungiamoci pure che il prezzo era molto interessante. Ho pensato "dove sarà la fregatura?" ma nel mentre ho praticamente dovuto prenderle, visto che il supermercato stava per chiudere e lì a disposizione c'erano - in alternativa - salviettine già provate e già bollate come non buone per la mia pelle.
Fatto sta che, solo una volta arrivata a destinazione, nell'hotel scelto per pernottare durante le vacanze, ho aperto la confezione di Fria per iniziare a struccarmi. Una sola passata per eliminare la gran parte del make up e zero irritazioni. Per me un sollievo gradito sebbene la vera prova del 9, nel mio caso, avviene sempre il mattino dopo: se al risveglio i miei occhi non bruciano, allora siamo proprio a cavallo. Ebbene, tutto regolare, tutto roseo e non rosso fuoco.
Giuro che non sono stata pagata per scrivere questo post! So che i/le blogstar vengono a volte contattati/e da aziende affinchè parlino di nuovi prodotti ma io non sono una blogstar. Questo post è solo frutto di una spontanea voglia di consigliare un prodotto per me nuovo di cui da ora in avanti penso non farò a meno.
E a proposito di make up, segnalo il canale di ClioMakeUp, una vera miniera di dritte, consigli e tutorial make up. Avvertenza: provoca dipendenza!

martedì 29 giugno 2010

Pietro Taricone è morto: il riposo del Guerriero


O' Guerriero è lui, senza fraintendimenti: Pietro Taricone. E' morto stanotte, dopo un lancio con il paracadute finito in tragedia. Mi è preso un colpo quando ho letto lo striminzito lancio d'agenzia che parlava della rovinosa caduta e delle speranze davvero flebili. M'è preso un colpo perchè ho sempre un avuto un debole per Pietro Taricone, da quando l'ho visto nell'RVM di presentazione del Grande Fratello 1. Boxava con quella faccia da schiaffi e gli occhi verdi che ridevano, mentre guardava divertito la telecamera. Non ho mai nascosto questa allegra cotta adolescenziale per lui, neppure agli intellettualoidi che "tu guardi il GF?!".
Il Grande Fratello è Pietro Taricone perchè nessuno meglio di lui ha saputo usare la popolarità improvvisa dovuta alla sovraesposizione alle telecamere. Eppure, appena varcata a ritroso la porta rossa in veste di 3° classificato al GF 1, ha dribalto tutte le telecamere ed è sfuggito alle ospitate in tv e ai trenini di Buona Domenica. Ha rotto le regole del gioco prima ancora che venissero create, defilandosi e dando un ritmo tutto suo alla sua popolarità. E ha avuto ragione lui: ha giocato bene le sue carte e ha iniziato a studiare, fino a diventare un attore, seppur ai primi passi. Non s'è fermato neppure quando il progetto del film Pericle O'Nero sembrava avergli inferto uno stop: sarebbe stato il suo primo ruolo forte, importante.
Pietro Taricone non c'è più, non ce l'ha fatta e oggi ne tessono le lodi persino gli schizzinosi intellettualoidi che fino a ieri lo reputavano l'emblema dell'italiano mediocre.
Pietro aveva cervello, avea il suo mondo che teneva ben distinto dallo show biz, aveva il suo carattere e le sue passioni. La vita gli ha tirato uno strano tiro ieri.
Ci sono persone che non riesci ad immaginare anziane, stanche, "sciupate" dal tempo che passa. Sono persone che vivono esistenze piene, adrenaliniche, sempre al massimo. Lui è uno di queste, secondo me. Lui è O'Guerriero e tale sarà sempre.

lunedì 21 giugno 2010

Temi Maturità 2010: notte prima degli esami, il terrore impera!


Avviso subito i maturandi che qui non troverete nessuna traccia della maturità 2010 ma semplicemente un post basato sul fatto che in queste ore il web è già impazzito sotto le isteriche tastiere di chi cerca i temi della maturita 2010. A meno di non avere santi in paradiso (anzi, in Ministero), mettetevi l'anima in pace: non c'è modo di reperire i temi della maturità online. Non è vero che le scuole italiane in Australia possono esservi di aiuto, non è vero che a tarda notte qualcosa trapelerà. E' invece vero che è molto più utile una bella nottata a ronfare, invece che alla ricerca della traccia che salverà l'esito dell'esame di stato. Dormite!, e se non ci riuscite fatevi una camomilla; e se ancora non c'è verso di prender sonno, leggete un libro che non sia scolastico, rilassatevi sfogliando un giornale ma non mettetevi online. Neppure per chattare con altri compagni di sventura :D
Un grande in bocca al lupo per la maturità 2010 a chi passerà per caso di qua. Io intanto ripenso al mio esame di maturità con questo sottofondo musicale:

domenica 20 giugno 2010

Analytics, Mondiali 2010 e mariti impenitenti


Mi sa che mi era saltato il codice di monitoraggio Analytics: all'inizio pensavo che non mi leggesse proprio nessuno, poi mi sono accorta che non venivano registrati più neppure gli accessi che facevo io stessa per prova da svariati pc.
Forse è successo quando ho cambiato template, boh. E vabbè, adesso penso di aver ripristinato il tutto. E con questa, possiamo prepararci spiritualmente e gastronomicamente alla partita Italia - Nuova Zelanda. Ah, per la cronaca: ho tanto criticato le vuvuzela che a breve temo me ne ritroverò una in casa. Ebbene sì, sto crescendo una serpe in seno: mio marito vuole assolutamente comprarne! Che faccio, lo caccio via di casa?

martedì 15 giugno 2010

Vuvuzela, il ronzio che disturba i Mondiali 2010


Ieri sera, come buona parte degli italiani, ho guardato la prima partita disputata dall'Italia ai Mondiali di calcio 2010. Non sono riuscita a seguirla come si deve, semplicemente perchè il ronzio continuo e persistente delle vuvuzela, le trombette simbolo del Mondiale in Sudafrica, mi ha molto disturbata. Ero sintonizzata sulla Rai ma amici che hanno usato Sky mi hanno fatto sapere che era più sopportabile. Ad un certo punto abbiamo eliminato del tutto il sonoro, perdendoci la telecronaca (vabbè, non sono affatto una fan di Civoli, quindi poco male).
Se il suono delle vuvuzela è così fastidioso da casa, figurarsi quanto possa essere assordante per i calciatori in campo. In Sudafrica si parla di tradizione e manifestazione di un'antica cultura da tutelare e da portare all'attenzione del mondo, però - con tutto il rispetto - siamo solo all'inizio e non ne posso già più. Ma dove sono finiti i cori da stadio (che richiedono almeno un piccolo esercizio di fantasia) e gli incitamenti? Dove sono finite quelle urla festose o di pericolo scampato che richiamano l'attenzione di chi, a casa, si è distratto un attimo, magari per metter su la pentola per uno spaghettino veloce? Ogni Mondiale è ricordato per un motivetto, per qualche canzone anche extra inno che quest'anno, lungi dall'essere Waka Waka di Shakira, è un fastidiosissimo e fracassone ronzio.
E io preferisco ricordare la colonna sonora italiana degli scorsi Mondiali 2006:


copyright foto www.cape-town.info

mercoledì 2 giugno 2010

One.org lancia Berlusconi


One non è solo una canzone (meravigliosa) degli U2 ma è anche il nome di un'organizzazione umanitaria che vede tra le sua fila proprio Bono Vox.
Ne sono sostenitrice sin dalla sua nascita per gli obiettivi che persegue e quindi ricevo regolarmente newsletter e inviti a partecipare alle iniziative organizzate.
Qualche giorno fa apro la mail in arrivo da One e leggo HURL BERL: in pratica, "Lancia il Berlusca".
Lanciarlo simbolicamente, tramite un game online, per simboleggiare la richiesta per la sua uscita dal G8, visto che non ha rispettato le promesse fatte in merito agli aiuti umanitari per i Paesi poveri.
"Nel 2005 ha detto che avrebbe aumentato gli aiuti all'Africa, ma in realta' li ha tagliati", così si legge e quindi, supportati dalla tipica musichetta italiota, si può lanciare Berlusconi come si lancia il giavellotto.
C'ho provato 3 volte prima di riuscirci, penso sia segno che difficilmente qualcuno riuscirà a farlo tornare a casetta sua. Non nascondo affatto il mio rammarico.

mercoledì 26 maggio 2010

Google è buono o è cattivo?


Google nelle ultime settimane è tornato a mettersi in moto, sebbene io sia molto convinta che fermo non ci sta mai. Fatto sta che il nuovo algoritmo, chiamato Google Caffeine, è stato propagato in quasi tutti i data center, andando a scombussolare la vita (mai piatta) di siti, portali e blog.
Per l'utente medio, il cambiamento è stato apparentemente solo grafico: caratteri utilizzati per il logo "Google" con colori più decisi, pagina dei risultati di ricerca meno larga, perchè sulla sinistra è comparsa una barra verticale tramite la quale si potrebbe affinare la ricerca, visualizzando risultati scovati su blog, nella categoria immagini ecc..
A me questa nuova impostazione (imposizione!) grafica non piace per niente e, fosse solo quello il problema, non mi piace neppure il trambusto che Caffeine sta generando nei risultati di ricerca. Alla faccia della volontà di aiutare l'utente a trovare quel che cerca!, per la mia esperienza non sta andando affatto così. Intanto sto avendo l'impressione che sia tutto molto (anzi TROPPO!) ballerino e in divenire: non c'è più parola chiave forte per un sito che tenga, perchè domani mattina si potrebbe tranquillamente sparire dalla prima pagina, rimpiazzati da siti che magari spingono solo su pagine senza contenuti. Sì, proprio senza contenuti: vuote, con un rigo di numero e poi tutto Adsense.
Com'era la storiella "Scrivete per i lettori e non per i motori"??? Ormai è una barzelletta alla quale non crede più nessuno, tant'è che sui forum e sui social le richieste di scambio link avanzano. Senza andare a loggarsi in chissà quale forum seo, basta semplicemente leggere il Forum di Assistenza Google per rendersi conto che i cosiddetti "Collaboratori" (volontari NON dipendenti di Google che si sono presi l'ingrato compito di essere la voce di Big G. aggratis) non fanno altro che dire di farsi linkare per salire nei risultati di ricerca. Bella roba... linkare un sito non dovrebbe essere cosa buona agli occhi di Google se ciò avviene spontaneamente? Ma se gli stessi collaboratori di Google non fanno altro che dire ciò, allora a cosa servono le linee guida ufficiali?
Quel che è vero è che Google non parla, non risponde, fa finta di dire cose arcinote sui blog ufficiali e su questi forum di assistenza. Però non mette lì qualcuno ufficialmente in veste di portavoce, di comunicatore, di moderatore. No, mette lì dei volontari che si attengono un po' alle linee guida, un po' al loro pensiero e alla loro esperienza. Per la serie: i consigli sul forum UFFICIALE di assistenza Google vengono sì dati ma da persone che, nel caso dessero un consiglio sbagliato, non avrebbero di certo il cazziatone dallo staff di Google. Anzi, Google serenamente potrebbe dire che quella persona ha dato un'opinione non autorizzata dall'alto, mica ha parlato davvero per conto di Google.
Insomma, Google starà pur facendo proclami per mostrare voler essere più trasparente (è di ieri la notizia della misura nella quale vengono ripartite le percentuali Adsense) ma tutto ciò che fa è sempre un mistero. E nessuno mi toglierà dalla testa che, in barba agli algoritmi, la mano umana è spesso evidente.
Altro che i segreti di Fatima...
Bene, sono arrivata alla fine di questo post e non ho risposto alla mia domanda: "Google è buono o è cattivo?" . Non lo so, attendo qualche commento per ragionarne insieme. Intanto credo di poter dire che anche Google non si sta sottraendo a questa dannata crisi economica mondiale.

Photo trovata Digitalrendezvous

domenica 23 maggio 2010

Sesso in auto... alla guida!


Le abitudini degli italiani legate all'uso dell'automobile stanno diventando sempre più bizzarre e numerose, compreso fare sesso in auto ma addirittura mentre si guida.
Lo testimonia una recentissima ricerca effettuata da Lindberg International per conto di Jabra, produttore di speakerphone, cuffie e auricolari. Quali sono, dunque, le abitudini di guida degli intervistati? Alcune risposte non destano stupore, ma altre sì:
• il 72% mangia regolarmente mentre guida;
• il 28% invia SMS mentre guida;
• quasi il 25 % si sistema i capelli o si cambia i vestiti mentre guida e il 13% si trucca;
• il 15% ha avuto rapporti o compiuto altri atti sessuali mentre era alla guida;
• il 10% legge quotidiani o riviste mentre guida.
Appena mi è capitata sott'occhio questa ricerca, mi sono venuti in mente i verdoniani Ivano e Jessica di Viaggi di nozze che sfrecciano in macchina e al grido di "'O famo strano?" collaudano la macchina in corsa per acrobazie sessuali. Non sono riuscita a trovare il video della scena ma il dialogo sì:
Ivano:E come 'o famo?
Jessica: 180?
Ivano: 220! Te va?

Tornando alla ricerca, diciamo che ho un'idea su "altri atti sessuali", ma sui rapporti? Ma che, davero davero? Secondo me questa opzione è stata indicata solo da uomini che, si sa, sono molto fantasiosi, almeno in quanto a racconti :D

Ps: Lo scopo della ricerca era suggerire di tenere comportamenti responsabili alla guida, tra i quali l'utilizzo di auricolari e/o kit vivavoce (magari proprio Jabra) invece che utilizzare il cellulare. Rimedi per il sesso in auto invece?!

domenica 16 maggio 2010

Scudetto all'Inter o scudetto alla Roma?


Qualsiasi cosa accadrà oggi, prometto di non strepitare eccessivamente. Ma io lo scudetto all'Inter proprio non lo darei, no! La squadra meno italiana del campionato di calcio italiano, la squadra con l'allenatore più antipatico della storia (cosa ci troveranno le donne in lui? mhà...). Dopo la Juve, l'Inter è la squadra che meno digerisco. Quindi è ovvio che vorrei lo scudetto alla Roma! Ancora qualche ora e poi vedremo quale degli inni risuonerà: se l'inno dell'Inter o l'inno della Roma.Tanto per preparare l'ugola, ecco il video dell'inno dell'inter e il video dell'inno della Roma che, malgrado quello che molti pensano, non è Grazie Roma di Antonello Venditti ma Roma Roma, sempre di Venditti.


giovedì 13 maggio 2010

Come cancellarsi da Facebook


I Neri Per Caso anni fa cantavano "Quando c'è pentimento..." e mi sa proprio che i pentiti di Facebook iniziano ad essere numerosi. Vuoi per un improvviso senso di difesa della privacy online, vuoi per la sensazione di essere costantemente spiati, vuoi per noia nell'uso prolungato del social network, molti utenti iniziano ad informarsi su come cancellarsi da Facebook.
Ne è testimonianza la crescita della query "Come cancellarsi da Facebook" su Google. Certo, si sta parlando di Google Italia, quindi questa mia considerazione è limtata, poichè basata solo sul nostro paese però secondo me questo è già sintomatico. Ultimamente, per qualsiasi fatto sciagurato di cronaca, tanto gli inquirenti quanto i giornalisti vanno immediatamente a spulciare il profilo Facebook delle vittime. Come se ormai la vita delle persone si giocasse davvero tutta lì. Bè, certo, per qualcuno può essere vero, come lo era per i malati di chat, di forum, di blog, di community varie. Ma nella maggior parte dei casi Facebook è (dovrebbe essere, a mio parere) solo una parentesi, un mezzo, non un fine e uno scopo. Se la chiave di ricerca Come cancellarsi da Facebook continua a prendere piede, forse qualcuno se n'è accorto.
E dopo le mie considerazioni personali, giuste o sbagliate che siano, assolutamente soggettive, segnalo il link ufficiale sul quale cliccare per cancellarsi da Facebook. Ci siete riusciti? Fatemi sapere!

giovedì 6 maggio 2010

Marika Fruscio fuori di sen(n)o


E' mia abitudine dare un'occhiata ai fatti del giorno consultando al volo Google News. Sono fuori casa tutto il giorno e molto spesso mi è difficile seguire i tg, quindi la mia prima infarinatura di notizie è deriva tutta da quello spione di Google. Inizio dalla Prima Pagina, passo poi a Scienza e Tecnologia, poi Economia e infine Spettacoli; il giro è più o meno sempre questo. Oggi noto che si parla di Marika Fruscio... ma chi è? Mai vista e mai sentita, eppure scorgo una bella mole di link provenienti da fonti Google News. Curiosa come una scimmia vado a vedere e scopro che Marika Fruscio è una ragazza mora proveniente dalle folte "scolaresche" di Uomini e Donne. La particolarità di Marika Fruscio? Le tette. Due borracce non indifferenti che qualche sera fa hanno fatto capolino dalla scollatura. Oddio, parlare di scollatura di Marika Fruscio forse è riduttivo: guardo le foto e noto che indossa un top al quale forse il sarto ha dimenticato di cucire tutta la zona anteriore! Fatto sta che durante una puntata di Diretta Stadio, trasmissione sportiva in cui è presenza fissa, ha mostrato di tutto un po', finendo tetta di fuori.
La mia prima domanda è "ma perchè perchè perchè?", la seconda è "quanto pesano le tette di Marika Fruscio?", la terza "è allergica al reggiseno?", infine "sono gemelle siamesi?".
Che belle cose produce la tv italiana! Vi lascio un video che esplicita meglio la situazione: già intorno al minuto 3:40 dovrebbe scorgersi "qualcosina" all'orizzonte, idem al 5:30.

domenica 2 maggio 2010

Vento d'estate, io vado al mare voi che fate?


Mi sarebbe piaciuto raggiungere il mare in questo weekend di festa; che poi tanto festa non è, visto che non c'è stato ponte. Pregustavo da giorni la sensazione delle dita dei piedi sulla sabbia umidiccia, ancora fredda ma utile ad un bel massaggio con annesso peeling più che naturale. Le onde a lambire pelle bianca in attesa di sole, la gioia dei bambini che urlano felici per qualche flutto arrivato a riva con meno timidezza, il gelato gustato guardando il mare... Sprazzi di estate anticipata.
Adoro il mare in primavera, quando ti suggerisce di prepararti per la bella stagione ma è ancora un po' incazzoso come in inverno. La sensazione di stendersi in spiaggia, arrotolando i pantaloni fino al ginocchio, con un top leggero ma una maglia arrotolata al collo a mo' di sciarpa. Mi ricorda le fughe sul litorale negli anni dell'università, quando decidevamo al volo "dai, oggi andiamo in spiaggia" e con libri e walkman (sì, sì, walkman: il lettore mp3 non esisteva mica) prendevamo il primo treno e 20 minuti dopo eravamo stese al tiepido sole. Rimediavamo sempre qualche numero di telefono, un paio di caffè o gelati offerti e un bel naso rosso peperone.
Invece questo weekend niente mare ma una sistemazione ragionata della stanza - studio. Da oggi scriverò sulla nuova scrivania, alla luce calda di una tenda giallo ocra (che però presto cambierò) e una foto di una giornata al mare di qualche anno fa attaccata alla lavagnetta con un magnete che parla irlandese.

giovedì 22 aprile 2010

South Park minacciato da fondamentalisti islamici


Gli autori e creatori della serie South Park hanno ricevuto minacce di morte da parte di un gruppo di fondamentalistici islamici degli USA. Il cartone animato più irriverente della tv (per quanto mi riguarda lo è molto più dei Simpson) è finito in un bel guaio a sfondo religioso, reo di aver scherzato un po' troppo sulla figura di Maometto. Il profeta è stato rappresentato con le sembianze di un orso e questo ha scatenato le ire di un determinato gruppo di islamici. Sul sito Revolution Muslim è infatti apparso un messaggio affatto rassicurante: "Dobbiamo avvertire Matt e They che stanno facendo una cosa stupida e probabilmente finiranno come Theo Van Gogh per la trasmissione della serie. Non è una minaccia, ma un avvertimento su quello che può succedere".
Ahmbè, se non è una minaccia allora in casa South Park possono dormire sonni tranquilli...
Per chi non ricordasse, Theo Van Gogh era un regista-documentarista olandese, nipote del più noto pittore; ebbene, per aver filmato e proposto un documentario dal titolo Submission sulla condizione delle donne islamiche, oggi parliamo di lui al passato, visto che è stato assassinato. Risparmio i particolari macabri.
South Park è un cartone animato ferocemente e a volte amaramente comico (che io, per la cronoca, adoro) ma è assolutamente imparziale e prende in giro chiunque; tant'è che nell'episodio incriminato anche Gesù e Buddha non fanno la parte dei bravi ragazzi, visto che uno guarda immagini pornografiche e l'altro tira cocaina.
Fatto sta che la seconda puntata dell'episodio incriminato è stato trasmesso ieri in America, con la scritta "Censurato" e con dei sonori biiiipppp sulle parole "Profeta Maometto". Inoltre, al posto dell'orso del giorno prima, è apparso un nuovo orso vestito da Babbo Natale, già comparso in passato per altre puntate del tutto scollegate da queste ultime.
Dovremmo iniziare a fare qualche ipotesi in risposta alla solita esclamazione "Hanno ammazzato Kenny!"

domenica 18 aprile 2010

Tutti Susan Boyle! Video Chubby Lin Yu Chun, suo emulo


Noto che ormai per approdare ad un qualsiasi talent di stampo canterino, a qualsiasi latitudine ci si trovi, il primo e più importante requisito è solo uno: essere una (sotto)specie di Susan Boyle. Per i pochi che ancora non fossero a conoscenza del fenomeno Susan Boyle, si tratta di una signora scozzese bruttarella e un po' sgraziata ma dalla voce da usignolo.Dopo di lei, sembra che in tutto il mondo si faccia a gara a chi ha il concorrente più brutto in trasmissione; possibilmente in sovrappeso, con capelli improbabili e abiti orrendi, che possano sottolineare ancor di più la sfighitudine di cui sono afflitti. Poi un minimo di intonazione e la storia da caso umano fa il resto.
Però Susan Boyle ha un talento spropositato, canta che è una meraviglia e mette i brividi per quanto è brava; infine, al contrario degli altri, non è stata imbruttita ad hoc per andare in scena ma anzi è nella fase "ho scoperto il botox, sono dimagrita, mi hanno fatto un bel trucco&parrucco, mi vestono bene".
E quindi ore le bellone di turno possono mettersi l'anima in pace: non si arriva solo per bellezza, si arriva pure per bruttezza conclamata. La concorrenza è sempre più spietata e arriva proprio dall'universo impensato delle persone brutte: tanto vale smetterla di fare diete, sedute estenuanti in palestra e manicure selvagge. W i bruttoni!
Per intenderci, ecco l'ultimo "fenomeno", in arrivo da Taiwan: si chiama Chubby Lin Yu Chun.


sabato 17 aprile 2010

Funerale Raimondo Vianello: funerale della comicità pulita


Mentre sono appena terminati i funerali di Raimondo Vianello, trasmessi in diretta su Canale 5, ripenso a tutte le risate scaturite da Casa Vianello, da Pressing, dai tanti momenti di televisione da lui arricchiti. E non posso non pensare che con lui se n'è andata una pagina della storia dell'Italia ma soprattutto un modo garbato, molto ironico ma sempre gentile di fare comicità. Raimondo Vianello usava anche solo il viso per quelle espressioni buffissime e, anche senza parole, mi faceva ridere da pazzi! E' finita la comicità pulita, quella che fa bene all'anima senza dire parolacce, senza volgarità gratuita e senza cattiveria.
Se guardo i presentatori che vorrebbero far ridere oggi, non vedo altro che persone che hanno spesso bisogno di una spalla a cui lanciare frecciatine velenose e qualche parola sgarbata per strappare una risata. Troppo facile così.
La spalla di Raimondo Vianello è stata per lunghi anni sua moglie Sandra Mondaini e di certo non c'era ombra di volgarità tra loro. Che coppia formidabile! Mi colpisce molto proprio la reazione di Sandra: si è lasciata andare totalmente, è uno scricciolo che ha perso, probabilmente, la sua più forte ragione di gioia.
Tra gli applausi, il viaggio di Raimondo Vianello verso il cimitero del Verano di Roma sta iniziando. Così poco romano, così poco milanese, così stranamente inglese nel tuo humor irresistibile.
Ciao Raimondo, ti sono debitrice di tante risate fresche, sincere, pulite.

venerdì 9 aprile 2010

Lasciarsi via Facebook e Twitter, l'amore ai tempi dei social


E' tramontata l'epoca in cui le storie d'amore nate in chat destavano scalpore... Oggi quelle stanze dove entrare con un nickname e lanciarsi in conversazioni più o meno serie sono passate di moda, semplicemente. Soppiantate dall'avvento dei SN (=social network), leggermente più immediati per certi versi, meno anonimi, più "esibizionisti" e più voyeur. Per questo motivo, così come è semplice fare in modo che si capisca che Tizia sta con Caio, ugualmente facile è lasciarsi in mondowebvisione. Lo spunto arriva da Jim Carrey e Jenny McCarthy, coppia vip di Hollywood che ha deciso di far sapere della fine della loro storia via Twitter. Dichiarazioni di stima reciproca e elegantemente si sono detti adieu. Preferivo uno dei precedenti messaggi di lui, qualche tempo fa, qualcosa tipo: "Jenny amore mio, hai rubato il mio cuore, la mia anima e di sicuro ciò che puoi trovare nelle mie mutande". Un uomo con la giusta dose di romanticismo e passione, non c'è che dire. Cerco di informarmi un po' su cosa le persone pensano a proposito del fatto che sempre più coppie scoppiano via sms, Facebook, Twitter ecc... e purtroppo senza troppe sorprese noto che le giovanissime (15-18 anni) sono praticamente abituate ad essere lasciate così. Qualcuna ha pure lasciato allo stesso modo, però diciamo che lo status di Facebook è stato solo un preavviso per un chiarimento a 4 occhi. In parole povere: te lo annuncio su Facebook ma poi più tardi ci vediamo e te lo ribadisco di persona.
Perciò, mentre dai 25 in su ci si resta ancora male per aver affidato al social network una decisione del genere, i teenagers non si formalizzano e sembrano non fare una piega sulla modalità scelta.
Sarò anziana su queste cose, ma insomma almeno un bel vaffa ce lo si potrà dire ancora in faccia, no?!

[Fonte foto: purseblog]

domenica 4 aprile 2010

Pasqua, preludio di buon rock


Buona Pasqua a chi passa da questo blog per caso. Sì, dev'essere proprio un caso se ci si ritrova su queste pagine ancora poco frequentate e che non ho fatto granchè per pubblicizzare. Buona Pasqua, dicevo; felice primavera alle porte che qui, in questi ultimi due giorni, sta dando davvero qualche segnale del suo arrivo. Che la bella stagione porti molta tranquillità e rilassatezza a tutti, chè di gente furiosa e incazzata ne ho le scatole piene.
Inoltre, che il bel tempo sappia suggerire spensierati weekend e belle giornate condite, per i miei gusti, da tanta musica rock, tante canzoni nuove, tanti bei concerti. Per questo motivo ho scelto come immagine simbolo della mia personale Pasqua questo bel Gesù rock. Auguri a tutti e perdonate la brevità del post ma una bella tavola imbandita mi attende. Soprattutto, la compagnia di persone che oggi, come me, credono nel Gesù risorto che vince le tenebre e porta luce, nell'animo, nel cuore, nella mente delle persone.
Sarà un post breve e incasinato, zeppo di troppi concetti, però penso seriamente che ci sia tanto bisogno di persone illuminate perchè le croncache degli ultimi giorni non fanno che raccontarci di insabbiamenti, confusioni, fatti troppo taciuti che portano solo sdegno e allontanano dalla verità.
Penso allo scandalo pedofilia che coinvolge il Vaticano e per il quale mi auguro si facciano indagini serie, perchè la chiesa sarà pur un'istituzione ma non deve'essere intoccabile! Penso alla storia di Elisa Claps a Potenza, scomparsa 17 anni fa e trovata mummificata nel sottotetto della chiesa dove era stata vista l'ultima volta. Parlo della bagarre elettorale, dell'attaccamento alle poltrone, dell'affare acqua che prima o poi porterà conseguenze pesanti in tutto il mondo. Parlo, parlo, parlo e spero che chi indaga sappia trovare la giusta luce e la giusta prospettiva dalla quale procedere. Sono l'ultima delle illuse, forse...

sabato 3 aprile 2010

Pulizie di primavera, come si inizia


L'arrivo della primavera suggerisce di rinfrescare e pulire la casa per bene, per liberarla dal superfluo e far entrare aria nuova.
Via tappeti ingombranti, via tessuti pesanti, via ragnatele; embè, capita di averne in casa, soprattutto quando si lavora tutto il giorno e non si può dedicare molto tempo alle pulizie.
Ogni anno mi dico che prima di Pasqua farò un bel decluttering, liberando spazi disordinati, pulendo un po' più approfonditamente e in fin dei conti facendo ordine.
Ecco, io sono una persona che pulisce sempre bene e a fondo però sono disordinatissima, questo è il mio limite che giustifico dicendo che nel caos si nasconde il genio. Io quindi sarei una persona delle enormi abilità mentali ahahahah non ci credo manco io!
Dall'esigenza di riordinare, mi succede sempre, sistematicamente, di rendermi conto che quell'ordine che cerco attorno me va a smuovere sentimenti e sensazioni che nulla hanno a che vedere con il caos in cucina. Forse è per questo che dopo un po' il mio intento da casalinga disperata va a farsi benedire perchè non sempre sono nel giusto stato d'animo per predispormi ad un rinnovamento anche interiore.
In questa fase della mia vita la voglia di cambiamento è forte, tanta quanta l'insofferenza che sta generando questa dannata crisi economica. In malora chi ha giurato e spergiurato che la crisi non c'è!
E' primavera, Pasqua è alle porte, qualche piccolo cambiamento magari lo accetto stavolta e quindi, se tanto mi dà tanto, è il caso che cominci a prendere in mano lo straccetto della polvere.
Sì, dai, vado sul serio a fare un po' di pulizie di primavera.
Consiglio serio per iniziare, un passo alla volta, a pulire casa senza fare tour de force: Flylady Italia.

domenica 28 marzo 2010

Mal di testa e vento, connubio inscindibile


Da non più di tre mesi sto notando che inizio a soffrire di mal di testa. Non so mai stata ansiosa per questioni di salute ma questo fatto mi fa pensare perchè troppe volte ho visto mia mamma con le lacrime agli occhi per via del mal di testa. Lei ne soffre da sempre e in forma molto acuta, non c'è analgesico che le faccia effetto. Una brutta situazione, secondo me davvero invalidante. Per questo motivo stavo iniziando a preoccuparmi dei miei mal di testa periodici se non fosse che ho notato che mi succede sempre quando c'è vento. Abito in una zona soleggiata e calda ma molto esposta su un versante, per cui quello che altrove è un po' di venticello normale, qui arriva a raffiche molto forti. La sensazione di questo mal di testa da vento è molto strana: inizia come un senso di "imbambolamento", tipo brevi vertigini, del tipo che non faccio in tempo a pensare "mi gira la testa" che è già passato. E poi, dopo un po' partono i dolori, devo dire sopportabili ma persistenti. Via il volume a tv o radio, frasi solo sussurrate perchè nella testa rimbomba tutto. Non dura più di un paio d'ore ma la sensazione che questo strano mal di testa da vento mi lascia addosso è strana: è come se, dopo, mi si fossero aggrovigliati anche i pensieri. Come le lenzuola pulite e fresche stese ad asciugare che, schiaffeggiate dal vento, si attorcigliano su loro stesse: una volta ritirate in casa, sono sempre le stesse lenzuola colorate ma hanno qualche piegolina in più, necessitano di più tatto per riporle.

Copyright foto: Blog di Bar.it

venerdì 26 marzo 2010

Francesco De Gregori stasera parla per me


C'è una serie di versi di Francesco De Gregori che in questi giorni fa proprio al caso mio:
"Dico cose già dette e vedo cose già viste, i simpatici mi stanno antipatici, i comici mi rendono triste. Mi fa paura il silenzio ma non sopporto il rumore".
L'altra sera mio marito mi ha chiesto, realmente incuriosito, il perchè del mio rito di sottolineatura quando leggo un libro. Fosse pure in piena notte, devo assolutamente avere con me una matita per sottolineare o tracciare simboli tutti miei accanto a frasi o paragrafi."Bè - gli ho risposto - sottolineo quello su cui non avevo mai riflettuto oppure quello che non avrei saputo esprimere con parole migliori". Le canzoni invece non hanno bisogno di matite e segnalazioni grafiche: certe strofe mi restano in testa in maniera martellante, che conosca o meno quel tale pezzo. Ed ecco che stasera ho voluto mettere nero su bianco, sul mio nuovo blog, questo sentimento collegato alle parole di De Gregori. Mi rispecchio molto soprattutto nelle ultime due situazioni."I comici mi rendono triste": sono una persona ridanciana, a volte pure troppo, eppure certe trasmissioni in tv che dovrebbero essere comiche a me lasciano un tristezza! La simpatia a tutti i costi è avvilente, almeno per me.
"Mi fa paura il silenzio ma non supporto il rumore": non sono mai stata troppo a mio agio nelle biblioteche, nelle silenziose aule universitarie, a volte manco in chiesa. Per assurdo mi concentro troppo sull'eccessivo silenzio, mandando in malore tutto l'impegno intellettuale. Sin da piccola perciò sono stata abituata a studiare con radio o tv accese, con gente attorno che spadella e che produce i normali rumori quotidiani dell'ambiente in cui ci si trova. Forse però il silenzio non solo mi deconcentra ma, come dice il buon De Gregori, mi fa paura. Bè, sì, io sono una casinista e per di più una persona espansiva, non riesco ad immaginare una vita a bocca chiusa o priva di stimoli esterni. C'è tanta vita nel rumore, c'è colore in ogni suono.

mercoledì 24 marzo 2010

Manifesti elettorali, quanto sono davvero utili?


Siamo lì lì per recarci ai seggi elettorali e in giro per le strade si moltiplicano i manifesti elettorali. Quest'anno ne ho viste davvero delle belle: da quello che ha usato una sua foto totalmente offuscata, avvisando l'elettore che lui ha un brutto carattere (e viene il sospetto che pure la faccia non debba essere granchè, vista la scelta di non mostrala), fino a quella che usa testi di canzoni come slogan, tipo: "Io e te lo stesso pensiero!!!!!" (sì, proprio conditi da parecchi punti esclamativi ... e non si tratta di una ragazzina.
Ecco, oltre al momento iniziale di ilarità, cosa posso dire di ricordare in merito a quei manifesti elettorale? Niente. Non saprei riferire nome dei candidati, neppure coalizione, figurarsi il partito.
Ok, potrebbe essere un mio problema di memoria corta, però sul serio ormai non vedo quasi più l'utilità dell'affissione, lo trovo un inutile "arredo" momentaneo, sebbene immagino sia una boccata d'ossigeno per molte tipografie.
Ecco, forse il target più sensibile a questo tipo di propaganda potrebbe essere l'anziano a passeggio dal mattino alle ore 7, quando è già in coda alla posta e sbraita perchè non arriva nessuno ad aprire, fino alle ore 12 quando rientra a casa esausto e pieno di santini elettorali in tasca. Lui un po' di tempo ce l'ha per leggere per bene cognomi, partiti, memorizzare simboli e parlarne con gli amici.
Un po' scherzo, un po' no: non dispongo di dati certi su cui fondare la mia teoria però se mi guardo attorno non mi pare ci sia molta gente a guardare queste esposizioni politiche (ma anche alla pubblica presa in giro).
Quando poi il manifesto viene impreziosito dal graffitaro di turno, soprattutto da quello dall'animo disilluso ma poetico, è lì che fuoriesce la vera arte: nasi finti, denti anneriti e varie ed eventuali. Ecco, il manifesto elettorale come metafora di espressione di protesta del popolo bue mi piace.
Altra inutilità è la telefonata che ti arriva tra capo e collo a due giorni dal voto: "Ciaaaaao, come staaaai? Da quanto tempo non ci sentiamo! Stamattina mi sono svegliato e ho proprio pensato a te, allora ti ho chiamata... seeeeenti, hai saputo che sono candidato? Hai già impegni di voto? Dai, sai quanta stima c'è tra noi, mi conosci bene e bla bla bla". Se lo dici tu! Veramente non ci sentiamo dalla scorsa tornata elettorale, pensa un po'... ma questa è ancora un'altra storia.

lunedì 22 marzo 2010

Colleghi,odio/amore... e immaginazione


Come per tutte quelle situazioni di vicinanza forzata e quotidiana, anche il rapporto più idilliaco con i propri colleghi può subire delle incrinature.
La mia esperienza lavorativa è stata, fino a qualche anno fa, abbastanza variegata; non che non avessi le idee chiare, quanto piuttosto le tasche vuote e quindi qualsiasi lavoro andava bene, purchè onesto e retribuito.
Malgrado il tempo passato, sento ancora con piacere ex colleghe/i: quando si può ci si incontra volentieri e non ci si è mai persi di vista. Tranne che con alcuni ma non per mancanza di volontà nel vedersi, quanto per una stramberia più unica che rara.
Una delle mie passate esperienze lavorative è avvenuta da casa, ho collaborato con una piccola azienda telelavorando. I miei contatti quindi sono stati per lo più via mail, via telefono e via msn.
Il mio capo di allora, una persona che oggi valuto come altamente instabile e con vari complessi di inferiorità nei confronti del genere femminile, spesso mi ha nominato presunti colleghi, non chiamandoli però mai per nome.
Soprattutto quando c'era da rimproverarmi per qualcosa, la frase più gettonata cominciava con "Altri collaboratori mi dicono di farti sapere che questa cosa non va bene..." e cose del genere. In pratica, quando c'era da far partire il cazziatone (a volte meritato, molto spesso del tutto pretestuoso), questo capo faceva finta di non aver responsabilità in merito ad alcune disposizioni, facendo passar per stronzi "i colleghi", tutti rigorosamente senza un nome proprio.
Ogni tanto ho addirittura ricevuto mail da queste persone, eppure c'è sempre stato qualcosa che non mi convinceva fino in fondo: sarà stato l'anominato eccessivo, sarà stato lo stile di scrittura identico al capo. Ebbene, dopo qualche settimana ho scoperto di non aver alcun collega o forse dovrei dire che posso annoverare colleghi immaginari alla lista di stranezze che ho visto/sentito/vissuto.
Gli amici immaginari sono simpatici fin verso i 7 anni, oltre forse c'è qualcosa che non quadra nella testolina di chi crea questi mostri. Oggi ne rido ma durante quelle settimane la questione mi ha dato molto noia... una roba fastidiosa come una verruca!

domenica 21 marzo 2010

Privacy online, una chimera


Ammetto che la mia socialità online è parecchio limitata per svariate ragioni. La prima, nonchè quella preponderante, è la mia grande pigrizia; la seconda è la sensazione che il mondo social network non abbia grande utilità; la terza è che ho ben presente che tutto ciò che finisce online non sarà mai più cancellato. Magari per l'utilizzatore medio del web sì, ma per una persona leggermente più addentrata non ci vuol poi molto a raggiungere vecchie pagine di siti o blog silenti.
La macchina del tempo esiste: non nella realtà, ma nella vita parallela del web sì.
Se probabilmente per certi aspetti la mia non-presenza sui social potrebbe sembrare ad alcuni una mia limitazione nella costruzione di reti sociali-virtuali, d'altrocanto ad esempio non c'è presente e/o futuro datore di lavoro che possa aver da ridire su mie abitudini o esternazioni.
E' ormai noto che, anche prima di contattare un candidato per un colloquio di lavoro, in azienda si cerca nome e cognome su Facebook. Guai a trovare foto di serate alcoliche con amici, battute al vetriolo o esposizione politica: ne potrebbe andare della possibilità di far fruttare il proprio curriculum.
Personalmente credo che scavare nella vita di chiunque sia pratica scorretta ma quando è la persona stessa a pubblicare dettagli di sè, non c'è concetto di privacy che tenga.

Ps: la mia dichiarazione d'intenti per questo blog è di scrivere post non troppo lunghi perchè leggere pensieri e vite altrui è divertente per brevi pause ma diventa soporifero su sconfinati racconti. Lo sapevate che sul web dopo la quinta riga l'attenzione si dissolve e si tende a "saltellare"?

sabato 20 marzo 2010

Redattrice web, avventure nella rete

Inauguro questo blog un po' per gioco, un po' per parlare di una passione nata per caso che è diventata un lavoro: sono una redattrice web, una web content editor, una scribacchina della rete.
Tra crisi dell'editoria, articoli pagati una miseria, contatti presi negli anni e tutta la vita che gira attorno a questo hobby-mestiere, non avevo mai valutato seriamente la possibilità di parlarne su questi lidi virtuali. Vorrei che qui però ci finisse anche la mia socialità, il mio carattere, le mie esperienze, non solo la mia professionalità.
Mi avventuro in questo blog dicendomi che l'anonimato è una gran bella cosa quando si vuol raccontare pensieri e riflessioni personali senza voler essere riconosciuti. Però il web, per quanto sconfinato, è un paesotto nel quale spesso per caso si riconoscono persone reali. Immagino sarà capitato a tutti voi. Ecco, spero di poter giocare tra questi post a lungo prima che qualcuno si accorga che potrei essere quella redattrice web lì, piuttosto che quell'altra web editor là.
Il tempo spesso mi è tiranno quindi spero di riuscire a personalizzare questo spazio senza far trascorrere troppi secoli. A presto.